giovedì 15 marzo 2012

Sciauro di mare


Lo zio Alberto, che vive a Cagliari, è stato un grande campione italiano di pesca subacquea in apnea. Inutile dire, quindi, che il pesce più buono lo mangio quando sono a casa sua, purtroppo non così spesso come vorrei.
Una volta, avrò avuto dieci anni, eravamo a Villasimius e lo zio aveva pescato un dentice insieme con degli amici, che scherzando, facevano fare le capriole in aria al povero pesce ormai defunto, che ricascava nell'acqua cristallina della Sardegna. Ancora un salto ed è finito direttamente sulla griglia: è il pesce più buono che abbia mai mangiato, forse perchè associo questo ricordo ad un momento di spensieratezza, di risate, d'infanzia, ma vi assicuro che un pesce che passa dal mare alla cottura ha tutto un altro sapore.
Mi piace molto il pesce, ma deve essere cucinato in modo semplice, non amo gli intingoli, i sughi, le zuppette: assaporando la sua carne bianca devo sentire il gusto della salsedine, i profumi della macchia mediterranea, di tamerici, di ginepro, di mirto, poter immaginare l'acqua trasparente, gli scogli e il sole. Andrea Camilleri racchiude tutto questo in una stupenda parola siciliana, lo sciauro del mare: pronunciandola si sente il rumore delle onde.
Il branzino o l'orata al forno mi piace moltissimo, perchè è semplice e la cottura al cartoccio non crea fastidiose puzze in casa.
Ovviamente accompagnato da un vino bianco freddissimo, io ho scelto bollicine, con un prosecco di Valdobbiadene.

A casa mia...sapore di mare, sapore di sale

1 commento:

  1. Ok, tu apparecchia che noi mettiamo l'appettito!
    Ottimo il Valdobbiadene; potrei consigliare però un introvabile vino sardo: il Lughena che appare e scompare tra gli scaffali dell'Esselunga, e solo lì l'ho potuto incontrare; appena posso me lo incetto e ve lo porto...
    Bon Appetit!!! Fabrizio&Isabella

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