martedì 29 maggio 2012

Sòrbole!


La terra continua a tremare in Emilia, ancora stamattina, poco fa, con una scossa avvertita anche a Torino (io ovviamente non me ne sono accorta), Milano, Liguria. Speriamo che i danni siano limitati. Ho già accennato, in vecchi post, della mia affezione all'Emilia, in quanto mia suocera era di Bondeno, cittadina nel ferrarese. A casa del maritino si sentiva sempre parlare in dialetto. Per non so quale tipo di ragionamento, la Nonna Albertina parlava con me in ferrarese e con i suoi
nipoti emiliani, in italiano! All'inizio non capivo nulla, poi sono riuscita a crearmi un po' di vocabolario. La frase tipica era: “To' quel quel ensima al bagai”. Ovviamente non sarà scritto così, ma il suono era quello e voleva dire “Prendi quella cosa là sopra a quell'affare”. La Nonna, un genio.
Gli emiliani sono gente allegra, di un'accoglienza straordinaria e con una cucina verace, godereccia, senza compromessi. Se si mangia, si mangia bene e le cose vanno fatte secondo tradizione. Quando siamo stati in vacanza a Bondeno, la maggior parte del tempo l'abbiamo trascorso a tavola: cappellacci di zucca, lasagne, salama da sugo, pinzin. Il festival del colesterolo, ma anche della pace dei sensi.
Il ragù, per la cucina emiliana, è basilare per tante ricette, ma è ovviamente un must per avere un ottimo e semplice piatto di pasta, ideale anche per i bambini perchè piace molto e con un piatto unico si dà da mangiare un primo e anche la carne. La cottura è lunga – più cuoce, meglio è – ma la difficoltà è minima. Quando lo faccio, ne cucino sempre un po' di più per poterne conservare qualche barattolo in freezer, pronto per l'uso.

A casa mia...la sfoia l'è bona quand a la zzdora l'ag suda al cul!*

Ragù

*La sfoglia è buona quando alla massaia suda il sedere (ha impiegato tempo e fatica per tirarla)

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