lunedì 23 dicembre 2013

Per Natale, fate l'amore

Ormai ci siamo. Il countdown è ai numeri finali. Le renne sono pronte a partire e gli elfi stanno caricando la slitta di Babbo Natale con lo stesso spirito – immagino - dei mariti che mettono i bagagli preparati dalle mogli in macchina: “Ma porca paletta cara, stiamo via solo qualche giorno, era necessario anche il deumidificatore?”. “Ma Babbo (di minchia), c'era bisogno di tutti questi regali anche quest'anno? Il prossimo anno o te li carichi tu, oppure assumi qualche elfo in più”. La risposta è sì. Ce n'è veramente bisogno. L'espressione meravigliata dei bambini appena svegli che si catapultano in salotto e cominciano a scartare i doni è uno dei momenti più belli che un genitore possa vivere. In quel momento loro sono la felicità in persona e non si può che provare gioia. É aver fatto qualcosa per amore. Nanagrande ha scoperto da poco che Babbo Natale non esiste, così, da sola, come sarebbe dovuto accadere: “Mamma, ma anche Babbo Natale ha comprato le etichette all'Ikea come ha i fatto tu? E come mai c'è la grafia della Nonna?”. Niente di traumatico – anche se io ci ho messo il carico da undici smontandole anche il topolino e la Befana – ma dispiace un po' il disincanto che si legge nei suoi occhi, sapere che per lei la join venture tra Babbo Natale e Gesù Bambino sia un po' una bufala. Ma la verità è che il Natale è veramente un po' magico, perché unisce le famiglie e gli amici come mai succede durante l'anno, perché fare un regalo, seppure piccolo, fa bene al cuore di chi lo fa ed anche a quello che lo riceve, perché stare insieme con le persone a cui vogliamo bene, foss'anche per quella volta sola all'anno, è ciò che più conta nella vita. É aver fatto qualcosa per amore. I Grinch sono pregati di astenersi dalle loro espressioni ingrugnite. Ovviamente anche il pranzo di Natale, o il cenone a seconda delle tradizioni famigliari, è un'espressione di amore nei confronti dei propri cari: pensare ad un menù sfizioso, apparecchiare la tavola in modo accogliente, è il primo modo per dire Ti voglio bene.
Il 25 a pranzo la famiglia si riunisce sempre a casa nostra ed io amo cucinare per loro, brontoloni di default che non vogliono mai nulla, “No, ma dai, qualcosa di leggero” e poi si spazzolano tutto quello che preparo. Ogni anno cambio menù, ma c'è sempre un'insalata che dia la sensazione di depurazione – illusi – e prepari lo stomaco ai dolci con meno senso di colpa. Per un'insalatina sfiziosa, vi propongo un accostamento veramente buono tra il sedano, le noci e una robiola d'Alba, il tutto legato da aceto balsamico di Modena invecchiato: il sedano dona freschezza, le noci la punta amara, la robiola la soddisfazione e l'aceto – o la glassa, se proprio non lo avete – abbraccia tutti gli ingredienti come una carola natalizia. É aver fatto qualcosa per amore.
Auguri di vero cuore miei amici cuochi! Fate festa, sorridete, vogliatevi bene, abbracciatevi, fate qualcosa per l'amore e fate l'amore...con il sapore.

A casa mia...Buon Natale!

Insalatina sedano, robiola e noci

Ingredienti per 6 persone

  • 1 mazzo di sedano bianco
  • 1 robiola d'Alba fresca
  • 200 gr di noci sgusciate
  • Sale
  • Pepe
  • Olio evo
  • Aceto balsamico di Modena invecchiato





Preparazione

Pulisci il sedano, togli gli eventuali filamenti e poi taglialo sottile





Riduci la robiola a cubetti




Spezzetta le noci a mano






Metti tutti gli ingredienti insieme, condisci bene e servi con l'aceto balsamico invecchiato (o della glassa di aceto)


giovedì 12 dicembre 2013

Meno social, più sushi

Non ho parlato fino ad ora di un argomento che mi sta molto a cuore, tanto che qualcuno mi ha detto “Certo che quest'anno, neanche un commento, due parole su twitter...ti deve fare proprio cagarissimo!”. No, dico, non scherziamo! Aspettavo solo il momento topico. Rullo di tamburi: stasera c'è la finale di X-Factor! Son cose importanti. Ogni giovedì l'hashtag #XF7 diventa trend topic di twitter – marò, come scrivo international – ma io ho scelto di seguire la trasmissione senza interagire con i social perché lo trovavo un po' alienante. E se lo dico io, potete crederci. Ogni tanto fa bene staccarsi un po' dalla tecnologia, non scrivere per forza quello che ci passa per la testa ed affidarlo all'etere o a persone che manco conosciamo; X-Factor è forse l'unica trasmissione che acchiappa tutta la famiglia, probabilmente perché non ci sono chef impegnati a spadellare o maiali cartoon dalla testa a forma di phon – o qualcos'altro – che grugniscono e si lerciano in pozzanghere di fango. La musica e il canto fanno parte del nostro dna e anche della storia del nostro amore. Il Maritino è mezzo musicista – dico mezzo perché non è il suo lavoro – compositore e direttore di coro. Pure bravo. E noi ci siamo conosciuti grazie anche alla musica. Lui, studente universitario, dirigeva un coro polifonico, mentre io, liceale sognatrice, ero nelle file dei contralti e ad ogni suo attacco e movimento sapiente di braccia nel dare il tempo, mi scioglievo. Canta di qua, dirigi di là, finisce che ci si innamora.
La serata X-Factor è quindi la nostra serata, che diventa perfetta quando le Nane vanno a letto e noi possiamo gustarci il sushi da asporto e una bottiglia di spumante, con il bel faccione di Elio che ci guarda. Ad Alba abbiamo trovato un ristorante giapponese che fa un sushi strepitoso, però, foccalabindella, quanto costa! E' veramente un po' proibitivo, per cui ho pensato di fare auto produzione. Ho trovato in uno di quei negozi di oggetti di design per la cucina in cui non dovrei assolutissimamente entrare per il rischio di spendere soldi, uno strumento fighissimo per fare dei cubi di riso perfetti, senza l'ausilio di tappetini e alghe. Eh, non ho resistito.
Ho usato del riso specifico per sushi – lo si trova tranquillamente al supermercato – e ho aggiunto salmone, mazzancolle, philadelphia, avocado, uova di lompo. Ognuno può mettere gli ingredienti che più piacciono, io ho fatto la cosa più semplice e immediata, ma le varianti del sushi sono infinite. Come primo esperimento, posso essere contenta, sopratutto dal punto di vista estetico, ma c'è ancora da lavorare.
E stasera meno social e più sushi. X-Sushi.

A casa mia...il vero vincitore è Mika!


Sushi con Rice Cube

Ingredienti

  • Riso per sushi
  • Salmone affumicato
  • Mazzancolle sbollentate
  • 1 avocado
  • Philadelphia in panetto
  • Uova di lompo
  • Sale
  • Salsa di soya
  • Wasabi



Preparazione

Metti a bollire il riso in acqua salata, intanto prepara tutti gli ingredienti: mazzancolle, salmone, Philadelphia, avocado tagliati a pezzetti piccoli




Raffredda il riso. Metti un po' di riso nel Rice Cube, poi un pezzetto di Philadelphia, di salmone (mazzancolla o uova di lompo o ciò che vuoi) di avocado e poi altro riso.



Forma bene il cubo




Decora ogni cubo, poi servi con salsa di soya e wasabi a piacere



venerdì 6 dicembre 2013

Blog da Guinness

Quando ero bambina, nella libreria della mia cameretta c'era un libro dei Guinness dei primati, non so di che anno, ma molto probabilmente sarà stato dei primi anni '80. Quando lo aprivo rimanevo affascinata dalle stranezze della natura umana e dalle cose bizzarre che certe persone facevano. Bizzarre è un eufemismo, alcuni erano completamente rintronati! C'era una che aveva il primato delle unghie più lunghe, roba di qualche metro, orrende, si attorcigliavano a spirale come i nastri dei pacchi e io mi chiedevo come cavolo facesse a farsi il bidè. Ma forse aveva origini francesi e il problema è belle che risolto. Poi c'era quel cretino che mangiava di tutto ed era entrato nel Guinness per aver ingurgitato una bicicletta intera: no, dico, ma tu sei completamente fuori! Ma tua madre non ti ha insegnato che quella è cacca! indicando la catena sporca di grasso della bici? Da TSO. Ma per fortuna c'erano, e ci sono, anche dei records divertenti e carini come il bacio più lungo al mondo che è durato 50 ore – ma la linguetta l'avranno messa? - o imprese sportive straordinarie. E che c'entro io?
Allora, signore e signori, tra poco entrerò anch'io a far parte di un Guinness dei primati! Ringraziando il cielo non devo fare la torta più grande al mondo, ma solo parlare e quello mi riesce benissimo. Grp televisione, nella persona di Stefano Venneri, tenterà la trasmissione più lunga con una diretta di 70 ore che comincerà alle 7 dell'11 dicembre e finirà il 14 dicembre alle 10. Poi forse il conduttore muore. Scherzo. Sarà una lunga maratona per raccogliere fondi a favore di Forma Onlus Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita – quindi la causa è più che nobile – con telecamere accese 24 ore su 24 e tantissimi ospiti, tra cui ci sarò anch'io per raccontare la mia cucina e il mondo dei blog. Sintonizzatevi allora mercoledì 11 alle 11 sul canale 13 del digitale oppure seguite in streaming la diretta più lunga del mondo e il mio blog da Guinness!
Grp è una delle emittenti storiche piemontesi, per cui oggi una ricetta che è un grande classico della mia regione: le paste di meliga. Biscottini fatti con la farina di mais, profumati e friabili, uno tira l'altro; perfetti con il tè delle cinque o come piccola pasticceria di fine pasto insieme ad un amaro.
Sono molto semplici da fare e se avete una planetaria – mannaggia, devo chiederla a Gesù Bambino – sarà veramente un gioco da bambini. Con le dosi che vi propongo riuscite a fare una cinquantina di biscotti, ma se volete entrare anche voi nel Guinness, moltiplicate per mille gli ingredienti.


A casa mia...ma la pipì la potrà fare?

Paste di meliga

Paste di meliga

Ingredienti

  • 130 gr di farina di mais fioretto
  • 250 gr di farina 00
  • 120 gr di zucchero
  • 1 uovo intero e 1 tuorlo (uova grandi)
  • 250 gr di burro
  • Scorza di limone



Preparazione



Metti le farine insieme con lo zucchero e mischiale bene, poi aggiungi la scorza del limone grattugiata e il burro ammorbidito tagliato a pezzetti e amalgama bene



Poi aggiungi le uova e incorpora bene. Devi ottenere un impasto piuttosto cremoso, ma denso





Metti l'impasto nella sac-à-poche con un beccuccio a stella e crea delle ciambelline direttamente sulla teglia ricoperta di carta forno




Cuoci in forno statico a 180° per circa 15-20 minuti


lunedì 2 dicembre 2013

Christmas mood

Foto di Valentina Masotti, mamma di Leo
Questo weekend sono ufficialmente entrata nello spirito natalizio. L'albero riempie di calore il salotto, le calze sono appese al caminetto, il Maritino ha fatto anche quest'anno un presepio degno di concorso e fuori le colline sono tutte imbiancate. La neve è scesa abbondante ricoprendo tutto con la sua sofficità, capace di farci meravigliare ancora con la sua silenziosa bellezza. E' stata la cornice ideale per la prima giornata del laboratorio di Sos Biscotti per il Magico Paese di Natale: sabato sono venuti a casa mia, alias la pasticceria di Babbo Natale, i piccoli Chiara e Leonardo che sono stati degli ottimi aiutanti nel fare tanti biscotti profumati di zenzero e cannella. Babbo Natale si leccherà anche la barba. Sembrava la scena di uno di quei film natalizi tutti cuore-amore-buoni sentimenti, ma era reale: i fiocchi di neve che scendevano copiosi, gospel di sottofondo, grandi e piccini attorno ad un grande tavolo, bambini allegri pieni di farina, profumo di biscotti nel forno, tè caldo e torta appena fatta. Da manuale.
Poi ieri, per il pranzo della domenica, sono venute le mie amiche più care con le loro famiglie ed è stato un po' un anticipo della tavola delle feste, durata compresa. Manco fosse stato un matrimonio. Sarà l'età che avanza, sarà quel poco di lontananza da Torino e dagli affetti, sarà l'aria – sarà l'acqua, sarà il caffè – ma a pensarci, un po' mi commuovo perché queste amiche mie le conosco da una vita, abbiamo condiviso banchi scolastici, primi amori, viaggi, risate e diverse ciucche – eh, un po' – e ritrovarsi adesso con i nostri figli che giocano insieme, con Nanagrande che imbocca l'ultimo arrivato, con i nostri mariti che con il dolce in mano vanno di soppiatto in salotto a vedere le partite mentre noi ci scambiamo confidenze e tecniche per stendere bene il rossetto, riempie il mio cuore di gioia e gli occhi di qualche lacrima. Sono una sentimentalona. Questa è la mia idea di famiglia, di calore, di amicizia, di vero Natale, che non deve essere solo il 25 dicembre, ma tutto l'anno. Christmas mood a palla.
E cosa c'è di più bello nel condividere il buon cibo e il vino? Ovviamente condividere tanto cibo e tanto vino, ça va sans dire. Ieri abbiamo cominciato con una antipasto che conquista sempre tutti e che vi consiglio per il menù di Natale: budino di gorgonzola con composta di cipolle rosse. Un piccolo flan morbido con il gusto delicato e deciso del gorgo che si scioglie in bocca: facilissimo da fare, richiede solo una cottura un po' lunga perché a bassa temperatura e la composta di cipolle si abbina divinamente. Io ne ho fatta in abbondanza e la conservo nei barattoli, pronta per essere gustata con formaggi e bollito, ma se siete dei pigroni e non avete voglia di farla, ne trovate di buone in commercio. L'importante è assaporare il tutto con le persone che amiamo.

A casa mia...adoro il Natale!


Budino di gorgonzola con composta di cipolle

Ingredienti per 4-6 persone

  • 250 gr di gorgonzola dolce
  • 3 uova grandi
  • 100 ml di latte
  • 100 ml di panna fresca
  • 50 gr di parmigiano grattugiato
  • Noce moscata
  • Sale&Pepe
  • Composta di cipolle a piacere (qui la ricetta se vuoi farla tu!)



Preparazione


Taglia il gorgonzola a tocchetti, aggiungi il latte e la panna e frulla con il frullatore ad immersione




Aggiungi le uova, il parmigiano, un po' di noce moscata, regola di sale e pepe e frulla ancora fino ad ottenere un composto piuttosto liquido




Imburra gli stampini e riempili con il composto di gorgonzola. Inforna a 120° per circa 1 ora





Servi con composta di cipolle calda



mercoledì 27 novembre 2013

Il brutto anatroccolo

Ilary - Immagine da wikipedia.it
Vi ho mai detto che ero una piccola atleta in erba della ginnastica ritmica? Ecco, non proprio una stella, diciamo più una meterorite. Avevo dodici anni e sono rimasta sflashiata tardivamente da Ilary con il suo nastro colorato, così ho cominciato a frequentare le lezioni in una delle più antiche palestre di Torino, fucina dove sono cresciuti veri atleti pluri premiati. Me esclusa. Ci andavo due volte alla settimana, insieme alle mie amiche del cuore delle medie e mi divertivo come una matta: ognuna di noi si era scelta un armadietto dello spogliatoio, in cui avevamo scritto con la matita cancellabile il nome del nostro amato, non perché fossimo delle banderuole, ma solo perché eravamo molto romantiche e non vandale. Mi piaceva indossare il body verde con lo stemma della scuola sul braccio e le mezze punte mi facevano sentire una vera professionista quando saltavo per riprendere al volo il cerchio o la corda. Brava, sì, volenterosa, ma diciamo che la grazia delle ballerine di danza classica non mi è mai appartenuta. C'erano delle ragazzine più grandi, belle, alte e slanciate, con un invidiatissimo accenno di seno, un nastro multicolore che tutte avremmo voluto, ma con un po' di puzza sotto il naso. Non abbiamo mai legato. Poi c'era Fabrizia, una bimba tenera, con i capelli scuri alle spalle, gli occhi enormi sempre un po' spersi: secondo me le faceva cagarissimo la ginnastica ritmica e le mutandine rosa che le spuntavano involontariamente dal body d'ordinanza la facevano sembrare ancora più impacciata. Era un po' goffa nei movimenti e questo mi faceva sentire un po' la Carla Fracci delle clavette: non gliene sarò mai abbastanza grata, autostima a mille. Con Fabrizia ci siamo poi perse di vista, come spesso accade, per poi rincontrarci casualmente tra le vie di Torino qualche anno fa: Fabrizia è diventata una donna, una gran gnocca oserei dire, con i capelli fluenti da far schiattare quelle che agitano la testa nelle pubblicità degli shampoo, occhi da cerbiatta, sicuri e fieri, un viso bellissimo. Il piccolo anatroccolo si è trasformato in cigno.
Quest'anno mi sentivo avantissima rispetto ai miei standard per quanto riguarda il Natale, perché ho cominciato a prendere qualche regalo e la casa ha già qualche addobbo, ma Fabrizia ha veramente battuto tutti facendo l'albero a inizi novembre e introducendomi così nell'atmosfera natalizia. Mito.
Oggi allora vi propongo un'altra ricetta perfetta per la tavola delle feste: arrosto di maiale al latte e nocciole. E' un secondo che esce un po' dal solito, ma che è sempre di facile esecuzione: il filetto cotto con il latte e il timo rimane morbido e profumato, le nocciole tritate arricchiscono la salsa di accompagnamento, gustosa e delicata, che verrà finita con una sontuosa scarpetta. Ma non da ballo.

A casa mia...Ilary, armoniosa Ilary!

Arrosto di maiale con latte e nocciole

Arrosto di maiale con latte e nocciole

Ingredienti

  • 700-800 gr di filetto di maiale
  • ½ litro di latte
  • 100 gr di nocciole
  • 2 spicchi d'aglio
  • 1 rametto di timo
  • Farina
  • 50 gr di burro
  • Olio evo
  • Sale&Pepe


Preparazione


Infarina il filetto di maiale. Fai scaldare il burro con un filo di olio in una casseruola e fai rosolare il filetto con gli spicchi d'aglio




Scalda il latte e quando il filetto è ben rosolato, irroralo. Poi aggiungi il timo. Fai cuocere con il coperchio per circa 20-30 minuti a fiamma bassa. Poi togli il coperchio, alza la fiamma e fai cuocere per altri 10 minuti.




Togli il filetto e avvolgilo nella carta stagnola per tenerlo caldo. Elimina l'aglio e il timo, trita le nocciole e a queste aggiungi il sugo di cottura e frulla insieme.





Taglia l'arrosto e servilo con la salsa di latte e nocciole


venerdì 22 novembre 2013

Cairo, sono tua!

Google immagini
Scena I, mattina: sei a casa dal lavoro e ne approfitti per mettere a posto quei cassetti del mobile in salotto, che sono diventati un'accozzaglia di cose indefinite e che non sai di avere; accendi la tv per avere un po' di compagnia e ti trovi un programma di cucina. Massaie che impastano, eco friendly che ti insegnano a fare marmellate con le bucce di qualcosa, biondone con stacco di coscia in bella vista – e siamo solo al mattino – che seguono con attenzione lo sfrigolare di una padella, ma in realtà pensano che vorrebbero fare colazione da Tiffany. Aridatece Wilma De Angelis.
Scena II, pomeriggio: dopo pranzo ti concedi una pausa rilassante sul divano, accendi la tv e ti trovi un programma di cucina. Repliche di show cooking o chef che rimettono in sesto ristoranti e ristoratori che farebbero meglio a darsi all'ippica.
Scena III, sera: dopo una giornata faticosa, finalmente arriva il momento in cui i tuoi figli sono a letto, quindi divano, copertina, tisana e accendi la tv; fai zapping per trovare un programma decente e, indovina un po', ti imbatti nell'ennesimo programma di cucina. Non se ne esce più vivi. O se sei vivo, hai il colesterolo che implora pietà.
L'altra sera, mentre io e la Nanagrande guardavamo complici una replica di Masterchef USA, il Maritino sbotta: “Eccheppalle! In questa casa o si guarda Peppa Pig o una trasmissione di cucina!”.
Oppure una partita del Toro, aggiungerei io. Che vi devo dire, sarà per deformazione professionale oppure per il desiderio inconscio – mica tanto inconscio: Presidente Cairo, prendimi! Costo molto meno della Parodi e dopo lavo anche le pentole! – di volere essere dall'altra parte dello schermo, ma io queste trasmissioni le guardo, prendo spunto, rido e critico, e ho già segnato in agenda che il 19 dicembre comincia la terza edizione di Masterchef Italia. Tanti amici mi chiedono di partecipare e vi ringrazio per la fiducia che avete in me, ma no, proprio non fa per me e per la mia cucina. Io sono semplice, casalinga, caciarona e amo cucinare i piatti tipici regionali per gli amici, per la mia famiglia. Cosa direbbero Cracco, Barbieri e Bastianich se gli preparassi i peperoni con la bagna caoda? Dopo un mi stai diludendo se li mangerebbero, lascia fare. Fan tutti i fighetti, ma poi i sapori semplici vincono sempre.
I peperoni con la bagna caoda sono uno dei millemila antipasti del Piemonte, una ricetta semplice che secondo me ben si adatta ad una bella tavolata, anche a quella più elegante delle feste natalizie. I peperoni gialli e rossi, meravigliosi colori autunnali, si cuociono da soli in forno e la casa avrà un profumo eccezionale; la salsa di acciughe – la mia è poco agliata – si fa in pochi minuti, un po' di più di quelli che ci metteranno i vostri ospiti a spazzolare il piatto.
Alla faccia di Cracco.

A casa mia...tradizione piemontese!

Peperoni con bagna caoda

Peperoni con bagna caoda

Ingredienti per 6-8 persone

  • 3 kg di peperoni
  • 1 bicchiere di latte
  • 3 spicchi d'aglio
  • 300 gr di acciughe sott'olio
  • Olio evo


Preparazione


Lava i peperoni, asciugali, poi disponili sulla leccarda ricoperta con carta da forno. Falli cuocere in forno a 200° per circa 1 ora




Quando i peperoni sono morbidi, mettili ancora bollenti in un sacchetto di plastica da freezer e chiudi bene, in modo che sia facili spellarli una volta raffreddati.



In un pentolino metti a scaldare il latte con gli spicchi d'aglio. Quando sono morbidi, togline due e il terzo schiaccialo bene.



Poi aggiungi le acciughe e un po' di olio e falle sciogliere bene.





Servi i peperoni con la salsa di acciughe




mercoledì 20 novembre 2013

I Sardi, gente tosta

Ieri ci siamo svegliati con una rassegna stampa terribile, con la notizia dell'alluvione in Sardegna e la sua triste conta dei morti. Calamità naturali che portano conseguenze tragiche soprattutto laddove l'uomo e la politica più cinica hanno operato. Non voglio fare polemiche e nessun j'accuse, non penso sia questa la sede giusta; credo che questo sia il momento in cui riflettere, in cui agire veramente in modo che avvenimenti del genere possano essere prevenuti, in cui far sentire la vicinanza ad un popolo che quasi tutti conosciamo e amiamo per la sua accoglienza perché molto spesso la Sardegna è meta delle nostre vacanze estive, è lo sfondo meraviglioso dei nostri ricordi più spensierati e felici. I Sardi sono gente tosta, un popolo cocciuto e tenace e ce la faranno, io li conosco bene.
Oggi poche righe perché a volte basta solo un abbraccio, e il mio personale omaggio alla seconda regione del mio cuore: la ricetta della fregola con le arselle.
La fregola è una particolare pasta sarda fatta a palline di semola di grano duro, una sorta di cous cous nostrano, che si sposa particolarmente bene con i frutti di mare. Ho preparato la fregola secondo i consigli di mio zio Alberto, perfetto cuoco di piatti semplici, ma che escono sempre dal solito e che sanno ammaliare per il gusto paradisiaco. La fregola con le arselle è un piatto meraviglioso, di facile esecuzione, che vi invito a provare e a sperimentare anche per la tavola delle feste se amate il menù natalizio a base di pesce.

A casa mia...Forza Sardegna!

Fregola con arselle

Fregola con arselle

Ingredienti per 6 persone

  • 400-500 gr di fregola sarda
  • 1 kg di arselle
  • Prezzemolo
  • Mezzo tubetto di concentrato di pomodoro
  • Peperoncino
  • 2 spicchi d'aglio
  • Olio evo
  • Mezzo bicchiere di vino bianco
  • Brodo vegetale


Preparazione

Lascia le arselle a bagno nell'acqua per un paio d'ore. Poi sciacqua bene. In un'ampia padella, metti un filo d'olio, l'aglio e mezzo peperoncino, poi metti le arselle. Sfuma con il vino, aggiungi il prezzemolo e lascia schiudere le arselle coprendo con un coperchio.




Quando le arselle sono aperte, puliscile e metti da parte. Filtra l'acqua di cottura, aggiungi il concentrato di pomodoro e fallo sciogliere bene. Aggiungi la fregola, facendola cuocere a mo' di risotto, aggiungendo un po' di brodo vegetale caldo quando necessario. La fregola, però, non deve essere troppo asciutta.




Quando la fregola è cotta (circa 6-8 minuti), aggiungi le arselle. Regola di sale se necessario, ma ricorda che le arselle sono già salate naturalemente.





Servi con qualche conchiglia e del prezzemolo fresco


lunedì 18 novembre 2013

Tu chiamale, se vuoi, emozioni

Foto de labottegamoderna.com
Ci sono momenti della vita che non si scordano, che ti cambiano profondamente, quegli avvenimenti così importanti che anche a distanza di anni, a pensarci, provi la stessa emozione. Non parlo di matrimonio, né di figli e neanche dell'acquisto di una borsa di Gucci, anche se in questo caso tantarobba. Quindici anni fa diventavo maggiorenne – opporcavacca, quin-di-ci – una data significativa per tutti gli adolescenti perché è il passaggio verso l'età adulta, perché puoi votare, perché puoi firmare le giustificazioni a scuola – ma se sei minorenne, procurati una compagna brava a falsificare la firma di tua madre, come ho fatto io – ma sopratutto perché puoi prendere la patente. Non sono mai stata una fanatica delle automobili, ma guidare mi piace molto fin dai tempi dell'autoscontro e dai miei diciotto anni non volevo altro che quel lenzuolino rosa della motorizzazione. Sì, ho ancora la vecchia patente, non fate gli screanzati con battute sull'età. Il giorno in cui ho fatto l'esame di guida era inverno, ma c'era un gran sole, preludio di una primavera che voleva arrivare. Era un sabato pomeriggio, dopo la scuola, e ricordo benissimo quella gioia straripante nel firmare con mano tremante quel documento rosa, dopo che l'esaminatore pronunciò le fatidiche parole: “Signorì, accosti pure”. Dallo specchietto retrovisore mi accorsi che c'era la macchina di mio padre, il quale mi aveva seguito da lontano, e con un gesto atletico alla Bo&Luke sono uscita fuori da finestrino sventolando la mia patente nuova di pacca. Tu chiamale, se vuoi, emozioni. I miei genitori partirono poi per la montagna ed io passai tutto il pomeriggio a guidare per Torino con la Panda 750CL – macchina di un certo livello - di mia madre e il sorriso stampato sulla faccia.
Ecco, io una macchina proprio mia non l'ho mai avuta e adesso, per esigenze logistiche familiari, mi servirebbe proprio: non dico un'automobile di lusso, ma neanche una Prinz, mi andrebbe bene anche una zucca trasformata in carrozza. Nell'attesa che arrivi la Fata Madrina a fare tutto il suo cine con la bacchetta magica, comincio io a trasformare una zucca in soffice purè. E' un'alternativa sana e gustosa del classico purè di patate, da abbinare a carni o semplicemente da mangiare con un cucchiaio dalla ciotola. Solo zucca, un fiocchetto di burro, noce moscata e parmigiano per un contorno che non ha bisogno di magia, ma che lo è.

A casa mia...cercasi auto!

Purè di zucca

Purè di zucca

Ingredienti per 4-6 persone

  • 700 gr di zucca
  • 80 gr di burro
  • 1 goccio di latte (se necessario)
  • Noce Moscata
  • Sale
  • Parmigiano



Preparazione


Pulisci la zucca e falla lessare in acqua salata. Quando è morbida e ancora calda, fai il purè con lo schiacciapatate.




Aggiungi il burro e amalgama bene facendolo sciogliere. Se dovesse risultare poco morbido, aggiungi un po' di latte. Spolverizza con noce moscata






Servi il purè di zucca con del parmigiano grattugiato


mercoledì 13 novembre 2013

La pasticciera di Babbo Natale

Foto de Le Terre dei Savoia
Provate ad immaginare una sala di un palazzo storico, stucchi alle pareti, soffitti affrescati, pesanti tende di broccato alle ampie finestre che si affacciano su un parco perfettamente geometrico; immaginate la sala gremita di persone vestite di tutto punto, militari in alta uniforme, fiori freschi nei vasi antichi, lampadari di cristallo illuminati; immaginate che arrivi il super mega presidente e che tra tutte le persone presenti, scelga proprio voi per quel titolo ambito, quell'onorificenza straordinaria e che quella spilla appuntata sul bavero della giacca sia la cosa più preziosa al mondo. Tutti si alzano compostamente in piedi. Applausi.
E' successo anche a me! Allora, eliminate la sala nel palazzo figo, togliete pure la gente col vestito buono e i caramba con il pennacchio sulla testa, niente presidente e coccarda, ma l'onorificenza l'ho ricevuta, eccome: sono ufficialmente la pasticciera di Babbo Natale! Cioè, mica cotiche.
Da fine novembre fino all'Epifania, Le Terre dei Savoia organizza per le famiglie un pacchetto turistico veramente bello nel cuore delle Langhe per assaporare il clima natalizio, ma sopratutto il buon cibo e l'ottimo vino. A Govone – piccolo e grazioso paese vicino ad Alba – ci sarà il magico paese di Natale con mercatini, il giro sul trenino e ovviamente la visita nella baita di Babbo Natale per consegnare la letterina. Si sa, dal vecchietto più amato al mondo, non si può arrivare a mani vuote e lui è molto goloso di dolcetti, per cui il giorno prima aspetto i bimbi a casa mia, la pasticceria ufficiale di Santa Claus, per fare tanti bei biscotti profumati da portare in dono a Babbo. Adoro l'atmosfera natalizia e quest'anno, tra zenzero, cannella e zucchero a velo come neve, sarà ancora più bello.
Non pensiate manchi ancora molto, il countdown è già partito a ritmo di Jingle Bells ed è ora che cominciate a decidere il menù delle feste. Io ovviamente non l'ho ancora fatto, ma è noto che il ciabattino vada in giro scalzo. Oggi, dunque, una ricetta natalizia: un antipasto molto semplice, ma altrettanto particolare che vi farà fare un figurone. I panettoncini ripieni di verdure possono lasciare inizialmente interdetti per l'accostamento, ma appena verrà gustato un boccone tiepido e lievemente croccante di panettoncino, insieme alle verdure morbide e cremose mantecate con la robiola, ogni dubbio sparirà. Più natalizio di questo piatto, ci sono solo i biscottini della pasticciera di Babbo Natale. Oui, c'est moi.

A casa mia...è quasi ora di Bing Crosby!

Panettoncino con verdure alla robiola

Ingredienti per 4 persone

  • 3 patate
  • 2 zucchine
  • 2 carote
  • 1 porro
  • Marsala
  • 200 gr di robiola
  • 4 mini panettoni (quelli dei bambini, va bene con uvetta, ma non con altri ripieni)
  • Un pezzetto di burro
  • Sale&Pepe



Preparazione

Pulisci e taglia le verdure in cubetti piccoli, tranne il porro affettato sottile. In una padella ampia, fai appassire il porro con un pezzetto di burro, poi aggiungi le patate. Dopo cinque minuti aggiungi le carote e dopo altri cinque minuti aggiungi le zucchine. Sfuma con un goccio di Marsala, poi fai cuocere con il coperchio finchè le verdure risulteranno morbide, ma non disfatte. Se c'è bisogno aggiungi un goccio di acqua. Regola di sale e pepe. Quando le verdure sono pronte, manteca con la robiola.




Taglia la calotta del panettoncino con un coltello seghettato. Scava delicatamente il panettoncino, cercando di non fare buchi. Strofina l'interno con un po' di burro e lo stesso con la calotta. Poi metti in forno a 180° per circa cinque minuti.





Riempi il panettoncino con le verdure e servi caldo con la sua calotta