venerdì 31 maggio 2013

God bless America

La confezione agghiacciante dei Mac&Cheese
Succede che i nostri amici Tambu vengano spesso a mangiare da noi; succede che i nostri amici Tambu siano dei buongustai e portatori sani di vino ottimo; succede che i nostri amici Tambu siano spesso cavie dei miei esperimenti culinari; succede che il piccolo Tambu, tenero virgulto di sette anni che sa tutte le esultanze da goal dei calciatori, non apprezzi quasi mai la mia cucina. Coooosa?? Madò, che affronto. Mi ha avanzato anche la pasta al ragù che, dico io, è uno dei piatti must per i bambini. L'unica cosa che ha apprezzato della mia cucina è stata una torta di mele che, però, per un problema di lievitazione, era venuta una vera schifezza, praticamente cruda – forse mi sto confessando troppo – e lui se l'è mangiata tutta. I bambini ti sanno stupire. Allora, piccolo Tambu, dimmi cosa ti piace che la prossima volta cucino per te. La pasta al forno. Oh, le lasagne sono un mio cavallo di battaglia. No, non le lasagne – non le lasagne?!Ah piccolo Tambu, emmò te rompo – proprio la pasta normale gratinata nel forno. Ok, e che pasticcio di pasta sia.
Era tempo che volevo provare una ricetta americana – sì, avete letto bene – i macaroni and cheese, anche chiamati mac&cheese. Se si associa il pensiero “pasta” e poi “America”, vengono i brividi, lo so, ma vi assicuro che questo piatto è una bomba: un pasticcio di pasta – maccheroni, appunto – conditi con besciamella al formaggio e poi messi a gratinare al forno. In America li vendono anche già precotti in scatola e devono essere rivoltanti, ma usando prodotti italiani, un pezzo di toma di Bra invece che il formaggio di plastica e parmigiano grattugiato al posto dell'Emmental, vi assicuro che è un piatto buonissimo, facile da fare, perfetto quando si hanno tante persone a cena.
Il piccolo Tambu ha fatto il bis. God bless America.

A casa mia...cheeeeeeeese!

Macaroni and cheese

Macaroni and cheese

Ingredienti per 6-8 persone

  • 700 gr di maccheroni o tortiglioni
  • 1 lt di latte
  • 4-5 cucchiai di farina
  • 200 gr di burro
  • Noce moscata
  • 200 gr di toma di Bra (o comunque un formaggio non troppo stagionato, ma saporito)
  • Parmigiano grattugiato
  • Sale


Preparazione


Fai la besciamella secondo la ricetta. Quando la salsa si è addensata, aggiungi la toma tagliata a cubetti e falla sciogliere



Fai cuocere la pasta in acqua salata, scolandola ancora cruda, quando mancano 3-4 minuti alla cottura. Mettila in una pirofila con un filo d'olio in modo che non si attacchi. Poi versa la besciamella al formaggio.



Gira bene la pasta in modo che la besciamella sia ben distribuita, poi cospargi con parmigiano grattugiato.




Inforna a 180° per circa 20-25 minuti, finché si sarà formata la crosticina sopra. Servi calda.


giovedì 30 maggio 2013

Tutti cuochi per te #2round

Vi avevo già parlato della sfida tra foodblogger organizzata dalla Ponti e tra pochi giorni scade la consegna della seconda ricetta. Eccomi, sono pronta!
Il primo round aveva come tema l'ammmore, un piatto per conquistare il tuo lui o la tua lei, questa volta, invece, si fa caciara perché arrivano gli amici a cena! Cosa fai quando arriva un'orda di affamati a casa tua il sabato sera e devi inventarti qualcosa di veloce? Come sapete, io amo gli antipasti e quei piccoli stuzzichini per aperitivo, per cominciare bene la serata con un buon bicchiere di vino fresco o una birretta. Verdurine sott'olio o sottaceti sono cose da tenere in dispensa e che al momento opportuno possono risolvere la cena dando un tocco di originalità ai piatti.
Ecco che ho pensato ai fiori di zucchina croccanti con sorpresa: uno dei grandi classici della cucina partenopea, leggermente rivisitato: fiori di zucchina in pastella ripieni di un pezzetto di acciuga e di mozzarella di bufala – come da tradizione – ma con quel gusto che stupisce con l'aggiunta del pomodoro secco e del carciofino. Bisogna cuocerli sul momento e vanno mangiati caldissimi, ma trovo che sia bellissimo cucinare con gli amici intorno, mentre si chiacchiera e si riempie il primo bicchiere. I fiori di zucchina croccanti non faranno in tempo ad arrivare a tavola, perché gli amici li mangeranno subito in cucina.
Vai sulla pagina di Cuoco di fulmine su facebook e metti un bel like a questa ricetta, mi aiuterai nella gara!

A casa mia...fiori meravigliosi!




Fiori di zucchina croccanti con sorpresa

Ingredienti

  • Fiori di zucchina freschissimi
  • Pomodori secchi sotto'olio Ponti
  • Carciofini sott'olio Ponti
  • Mozzarella di bufala
  • Filetti di alici sott'olio
  • Farina
  • Acqua frizzante
  • Olio per friggere
  • Sale


Preparazione

Preparati su un tagliere tutti gli ingredienti e tagliali a pezzetti piccoli



Togli il pistillo dal fiore di zucchina e farciscilo con un pezzettino di pomodoro secco, uno di carciofino, mezza alice e un cubetto di mozzarella di bufala



Prepara la pastella con farina e acqua frizzante fredda. Regola di sale. Immergi i fiori ripieni uno alla volta, facendo attenzione a non far uscire il ripieno e lasciando libero il gambo



Scalda l'olio in modo che sia bollente, poi metti a friggere i fiori uno alla volta





Togli i fiori dall'olio quando la pastella diventa croccante. Tampona con carta assorbente e servi caldissimi


Con questa ricetta partecipo a


martedì 28 maggio 2013

Ma falle due gocce

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Qui bisogna fare qualcosa. Non è possibile che a fine maggio ci siano dieci gradi: è inaccettabile doversi contendere il plaid per guardare la televisione la sera e avvolgersi nel piumone per dormire, uscire la mattina con l'ombrello in borsa e fare le corse sul balcone per ritirare le cose stese perché viene giù il diluvio che manco Noè. Ma falle due gocce. Non sono una che ama follemente il caldo, non auspico ad avere le ascelle pezzate e il ciuffo appiccicato alla fronte, ma almeno un po' di sole, una cenetta all'aperto senza doversi mettere la giacca da sci, è chiedere troppo? Eccheppalle. Tanto lo so, quando finalmente il clima cambierà e arriverà il caldo torrido, saremo tutti lì a lamentarci, a fare code senza senso dal Trony di turno per un ventilatore – ma che poi, sti ventilatori durano solo un anno? - e a fare foto del cruscotto della macchina che segna temperature africane. Siamo un popolo di frignoni, diciamolo.
Per risollevare l'umore e credere fortemente nell'estate sconsiglio vivamente di sfondarsi di polenta taragna e stracotto al Barolo; molto meglio cucinare qualcosa di leggero, che ci porti con la mente su una terrazza fronte mare, vele bianche all'orizzonte, profumo di gelsomini e bouganville, i costumi stesi ad asciugare.
Il pesce spada cucinato al forno con i pomodorini è di una semplicità imbarazzante, veloce da preparare e la cottura nel cartoccio eviterà anche odori sgradevoli in casa. Un po' di origano, basilico fresco e un filo di olio buono per un secondo piatto dai colori italiani, gustoso ma leggero, perfetto anche per chi non si è dimenticato dell'imminente prova costume anche se ai piedi ha ancora i moon boot col pelo stile Vacanze di Natale '90. In abbinamento un vino bianco fresco, delle nostre isole più belle: un Vermentino della Sardegna oppure una Falanghina siciliana. Sempre ghiacciati.

A casa mia...vado a mettermi la maglia.

Pesce spada al forno con pomodorini

Pesce spada al forno con pomodorini

Ingredienti

  • Pesce spada a fette
  • 1 spicchio d'aglio
  • Pomodori datterini
  • Origano
  • Basilico
  • Olio evo
  • Sale


Preparazione

Metti la fetta di pesce spada sulla carta d'alluminio. Sala e metti uno spicchio d'aglio in camicia




Aggiungi i pomodorini tagliati a metà, l'origano, un filo d'olio e un paio di foglie di basilico. Chiudi l'alluminio a cartoccio.




Cuoci in forno statico a 180° per circa 20 minuti. Togli il basilico cotto e aggiungi delle foglie fresche


lunedì 27 maggio 2013

Vamos por tapas



 Continua il mio racconto enogastronomico del viaggio franco-iberico fatto con il Maritino per i dieci anni di matrimonio. Qualcuno penserà eccheppalle con sto anniversario, ci ha rotto i ¾! Ecco, sì, avete forse ragione, ma intanto voi arrivateci a festeggiare i dieci anni di matrimonio e poi vediamo che triduo vi inventerete per festeggiare. E poi il blog è mio e lo gestisco io, gne gne gne.
Dopo la prima tappa a Nimes, il nostro viaggio è proseguito verso Barcelona: siamo arrivati alla sera, senza sapere dove andare. Io guidavo, il Maritino come navigator è veramente nullo, una schiappa, e mentre io cercavo di dirigermi verso il centro, tentando di capire la viabilità spagnola, lui diceva solo “Chissà cosa sarà quella cosa lì...hai visto quella costruzione pazzesca?Cos'è, cos'è, tu che sai la lingua?”. Eccerto, il fatto di aver studiato spagnolo alle medie e un paio d'anni all'università, fa di me un'esperta del paese!
Alla fine ci siamo ritrovati sulla Rambla, abbiamo mollato la macchina al primo garage incontrato e, con valige al seguito e pioggerellina, è cominciata la ricerca di un hotel. Alle 22, finalmente sistemati, avevamo una certa fame, ma neanche voglia di andare in giro a muzzo per trovare un ristorantino. Così siamo rimasti sulla Rambla, cercando un posto che non fosse il rifila ciapa-ciapa per turisti. Dicesi ciapa-ciapa posto che promette qualità che non ha. Ho adocchiato un posticino carino, sotto la tettoia della Boqueria, mercato meraviglioso di Barcelona: Casa Guinart. Un piccolo locale di tapas aperto dal 1899 - e questo mi dava sicurezza - dove è d'obbligo cominciare con una caña (che è la birra piccola, non un insulto), e noi non ce lo siamo fatti dire due volte, per schiarirsi le idee e poi gustare i loro piattini di prelibatezze: il jamòn tagliato al coltello, frittura di pesciolini e calamari,


una piccola paella


e il meloso, la guancia del manzo, taglio tenerissimo che si scioglieva in bocca.


Una caña, ovviamente, non ci è bastata.


Casa Guinart è sicuramente un locale turistico, per la posizione è quasi inevitabile, ma le tapas sono ottime, trovi un'ampia carta di vini – per pagare potresti però aver bisogno di vendere un rene - e non è raro incontrare qualche autoctono seduto sugli sgabelli che si gusta una birretta.
La ricetta che vi propongo oggi non è esattamente una tapas, ma è ideale per un aperitivo o una cena in piedi: i muffin di zucchine e ricotta sono semplici da fare, rimangono morbidi e soffici, ma consiglio sempre di servirli tiepidi, in modo che conservino ancora la fragranza della cottura. Perfetti da gustare al tramonto, con l'ultimo sole sul viso, accompagnati da un prosecco o una cerveza, purché ghiacciati.

A casa mia...¡Que viva Barcelona!

Muffin zucchine e ricotta

Muffin zucchine e ricotta


Ingredienti per circa 10 muffin

  • 2 zucchine
  • 1 spicchio d'aglio
  • 130 gr di farina
  • 1 bustina di lievito istantaneo per preparazioni salate
  • 3 uova
  • 3-4 cucchiai di parmigiano
  • 200 gr di ricotta vaccina
  • Olio evo
  • Sale&Pepe


Preparazione

Fai cuocere le zucchine tagliate a rondelle in una padella con un po' di olio e lo spicchio d'aglio



In una ciotola sbatti le uova con sale e pepe e il parmigiano. Poi aggiungi la farina e il lievito e amalgama bene. Se dovesse risultare troppo duro, aggiungi un goccio di latte.



Quando le zucchine sono cotte, aggiungile al composto e amalgama insieme alla ricotta



Riempi i pirottini per ¾ e inforna a 180° statico per circa 30-35 minuti



Servi i muffin tiepidi


giovedì 23 maggio 2013

#SalTo13


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Si è conclusa da pochi giorni l'edizione 2013 del Salone del Libro a Torino, per i twittatori e instagrammatori compulsivi, #SalTo13. E mai hashtag fu tanto azzeccato, perché chi ha lavorato come ufficio stampa o come “racconta-salone” ufficiale attraverso i social network e i blog, doveva saltare letteralmente da uno stand all'altro.
Amo profondamente i libri - un po' meno in questi giorni di scatoloni per il trasloco – e il Salone è un appuntamento a cui non voglio rinunciare. Quest'anno ci sono andata con un spirito diverso, proiettata completamente nel mondo culinario, e con un budge a mio nome che diceva “Stampa” che, oltre a farmi entrare quando volevo, faceva anche ingentilire gli addetti alla sicurezza che mi facevano uscire attraverso porte “qui non si esce”, strizzando l'occhiolino come seduttori consumati.
Cosa mi è rimasto del #SalTo13? I sorrisi delle tante persone incontrate, il vitello tonnato dello chef per #saporitorinesi – sì, perché al Salone del Libro si mangia anche! - l'intervista di Maricler e il video degli amici di Hubblog che non sono riusciti a modificare la mia erre moscia, la presentazione del libro della Cuochina che non vedevo da un anno, aver conosciuto Giovanna Gallo, appena uscita con il suo Eroine multitasking – e-book scritto bene e spassoso, da prendere - e sopratutto un resoconto da paura sul bancomat per i mille libri che ho comprato. Ma mi rincuora il fatto che comprare libri è sempre un investimento. La grande novità di quest'anno del Salone era Casa Cook Book, un'area di 400 mq interamente dedicata ai libri di food, con cucina annessa per showcooking live e presentazioni di libri, ma anche di progetti legati al cibo, perché l'arte culinaria dell'Italia, e non, è anch'essa cultura.
I libri di cucina non sono solo più ricettari, ma dei veri e propri album di fotografie meravigliose: spero anch'io, un giorno, di riuscire a fotografare bene i miei piatti.
Per ora accontentatevi di ciò che passa il convento, ma la ricetta di oggi è per me fonte di orgoglio. Non solo perché la foto non è poi malaccio, ma perché avevo un'idea e sono riuscita a realizzarla. La cheesecake salata è semplice da fare, bella da vedere, buonissima e fresca: perfetta come antipasto, ma anche come secondo leggero. Per la base, invece dei biscotti, ho usato i taralli e i formaggi son stati conditi con sale e pepe; per guarnire prosciutto crudo e lattughino, ma ognuno si può sbizzarrire come più gli piace.

A casa mia...libri, cibo dell'anima.

Cheesecake salata

Cheesecake salata


Ingredienti per una tortiera da 24 cm

  • 800 gr di formaggio spalmabile tipo Philadelphia
  • 250 gr di ricotta
  • Mezzo bicchiere di latte
  • 4 fogli di colla di pesce
  • 300 gr di taralli
  • 150 gr di burro
  • 200 gr di prosciutto crudo
  • Insalata lattughino
  • Pepe&Sale


Preparazione

In una ciotola lavora i formaggi con pepe e sale fino ad ottenere una crema



Trita finemente i taralli. Fai sciogliere il burro in un pentolino, poi aggiungi i taralli e amalgama



Fodera con carta da forno bagnata e strizzata la tortiera a cerniera e metti i taralli come base, distribuendo con il dorso di un cucchiaio. Metti in frigo per 30 minuti



Ammolla nell'acqua i fogli di colla di pesce per 10 minuti. Scalda il latte e fai sciogliere la gelatina strizzata




Unisci il latte con la gelatina alla crema di formaggi e amalgama bene. Regola di sale e pepe se necessario. Versa la crema di formaggi sulla base di taralli e metti in frigo per 12 ore



Prima di servire, distribuisci le fette di prosciutto crudo e il lattughino



lunedì 20 maggio 2013

Estasi culinaria (a le) vintage


Le Vintage - Foto di Tripadvisor
E' trascorso quasi un mese dalla partenza per il viaggio romantico per festeggiare i dieci anni di matrimonio con il Maritino, e già vorrei poter ripartire. Ogni tanto concedersi qualche giorno senza bambini al seguito fa proprio bene, ma bene, bene! Abbiamo scelto la stessa formula di viaggio già adottata una volta e che ci è congeniale per il nostro modo di fare turismo: automobile, pochissima autostrada e nessuna prenotazione. Da Torino siamo arrivati a Sisteron - la porta della Provenza - per passare ad Aix-en-Provence per un caffè e fermarci a dormire a Nimes. Poi Perpignan – ho letto che è la probabile città natale di Lady Oscar e non potevo ignorarla! - fino ad arrivare a Barcelona, la nostra meta. Dopo tre giorni spagnoli con un tempo orrendo, pioggia e 10° che manco avessimo la sfiga di Montezuma addosso, siamo ripartiti verso l'Italia, con un giro nella Camargue, una notte ad Arles, un'ultima cozza sul lungo mare di Saint Raphael e poi direzione casa. Un po' all'avventura – anche se non siamo esattamente Mr. Crocodile Dundee e Linda Kozlowski – con un itinerario tracciato in precedenza, ma con tappe che si decidono sul momento a seconda della bellezza del posto e della stanchezza. Ma più della fame. Quando siamo all'estero cerchiamo dei locali carini, caratteristici, possibilmente poco turistici e che non costino un occhio della testa, ma quando non conosci il posto, ti devi affidare al sesto senso mangereccio e fare attenzione con alcuni accorgimenti, da me personalmente elaborati. 1) Se sulla carta del menù c'è anche la pizza, scartalo subito. La pizza mangiala in Italia, fidati. 2) Se ci sono camerieri di una certa età, è possibile che il ristorante sia aperto da molti anni, quindi vuol dire che lavora bene e di conseguenza che si mangia bene. 3) Se al tavolo ci sono due turisti un po' cicci che mangiano soddisfatti, vuol dire che il cibo è buono. Quest'ultimo è stato il motivo per cui ci siamo fermati a Le vintage ristorante della nostra tappa a Nimes, una splendida città romana nel sud della Francia. Le vintage è un locale grazioso, i tavolini in legno in una piazzetta che si apre da una piccola strada pedonale del centro storico, il menù scritto su una lavagna, un'apparecchiatura minimal, ma d'effetto, pane fatto in casa, piatti buoni presentati con cura, un'attenzione ai dettagli e personale cortese. Credo di aver mangiato una delle cose più buone che ho mai assaggiato in vita mia: Burger de fois gras et oignons confits. Un piccolo paninetto morbido con i semi di sesamo, un letto di delicate cipolle caramellate e posato sopra un fois gras così morbido da sciogliersi tra il palato e la lingua. Estasi culinaria.
Il vino – noi abbiamo bevuto una bottiglia di Chateu Morgues du Gres, un buon rosso della zona - è un po' caro e incide sulla spesa che con antipasto, un secondo piatto, dolce o selezione di formaggi, caffè (mi raccomando, dite ristretto!Altrimenti si presentano con la tazza della colazione e una brodaglia di cicoria) e un meraviglioso Armagnac, la spesa è di circa 40-45€ a persona. Io ve lo consiglio.
Come avevo scritto in precedenza, la prima meta per il nostro viaggetto doveva essere New York, ma il costo ci ha fatto desistere. L'America è solo rimandata, ma possiamo cominciare a gustarne un pezzetto con la ricetta di oggi, un dolce tipico americano, il Banana bread. Un plumcake perfetto per il brunch o la merenda dei bimbi, un ottimo sistema per far fuori le banane annerite dimenticate in frigo, aromatizzato con la cannella e piacevolmente croccante con le noci. Da provare.

A casa mia...vorrei un burger de fois gras, adesso!

Banana bread

Guardate le foto del viaggio!

Banana bread


Ingredienti

  • 250 gr di farina
  • 120 gr di zucchero
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • ½ cucchiaino di cannella
  • Una punta di cucchiaino di noce moscata
  • 4 banane mature
  • 1 vasetto di yogurt alla banana (va bene anche naturale)
  • 2 uova
  • 90 gr di burro
  • 100 gr di noci tritate


Preparazione

In una ciotola metti gli ingredienti secchi: farina, bicarbonato, zucchero e le spezie



Schiaccia grossolanamente le banane con una forchetta



In un'altra ciotola metti lo yogurt, il burro fuso (tiepido) e le uova e sbatti il tutto



Aggiungi le banane al composto di uova



Unisci la parte secca con la parte umida e amalgama bene con una spatola. Aggiungi le noci tritate






Versa il composto in uno stampo da plumcake ricoperto di carta forno bagnata e strizzata



Cuoci in forno statico a 200° per circa 50 minuti. Lascia intiepidire prima di servire



giovedì 16 maggio 2013

Tutti cuochi per te


Vorrei fare tante cose, partecipare ai numerosi eventi a cui mi invitano, approfondire quello e poi quell'altro, ma avrei bisogno di giornate di almeno 48 ore per riuscirci e come minimo di dieci braccia come la dea Kalì.
Quando avrò finito di chiudere i millesettecentoventitre scatoloni che mi aspettano, dopo aver capito dove caspita posso riadattare le librerie nella casa nuova perchè non ricordo mai le misure, dopo aver lavato tutti e venti i doppi vetri e aver finito il trasloco, forse riuscirò anche a riorganizzare la mia testa e i miei impegni da foodblogger.
Ma uno non volevo assolutamente perdermelo: Tutti cuochi per te. E' una sfida culinaria divisa in sei tranche, ogni volta una ricetta diversa dove i protagonisti sono la fantasia e i prodotti Ponti, i quali non hanno bisogno di grandi presentazioni.
Tra tutti i foodblogger che parteciperanno, Ponti e Chiara Maci – nota foodblogger – ne sceglieranno otto che si sfideranno in due puntate registrate dal vivo.
Per la prima sfida il tema è “Ti prendo per la gola così perdi la testa” e per realizzare il piatto bisogna utilizzare un formato di pasta, del pesce, dei pomodori e due prodotti a scelta della Ponti.
Ho pensato così alle casarecce “Spada ghiottone”, un primo gustoso e fresco, perfetto per conquistare il tuo lui (o la tua lei) e rimanere leggeri...hai visto mai che dopo cena la serata continui.
Andate a vedere tutti i piatti in gara...e votate anche il mio!

A casa mia...Vi prendo per la gola!

Casarecce "Spada ghiottone"

Casarecce "Spada ghiottone"


Ingredienti per 2 persone

  • 300 gr di pesce spada fresco
  • 6 pomodori secchi
  • 2 cucchiai di aceto AgroDolce Ponti
  • 6 carciofini Carcioghiotto Ponti
  • 10 pomodori datterini
  • Mezzo bicchiere di prosecco
  • La scorza di un limone
  • 1 spicchio d'aglio
  • Prezzemolo
  • Olio evo
  • Sale


Preparazione

Metti a bollire un pentolino con dell'acqua e due cucchiai di aceto AgroDolce Ponti e fai rinvenire per qualche minuto i pomodori secchi.
In una padella metti un po' di olio con lo spicchio d'aglio e aggiungi il pesce spada tagliato a tocchetti. Sfuma con il prosecco.



Aggiungi i pomodori secchi e i carciofini tagliati a fettine sottili, e il prezzemolo tritato.
Fai cuocere per qualche minuto e regola di sale



Scola la pasta ancora cruda e finisci la cottura direttamente in padella risottandola. Aggiungi all'ultimo i datterini tagliati a rondelle e la scorza di limone.