martedì 5 novembre 2013

La mia prima dichiarazione di matrimonio

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Ho letto recentemente un post eccezionale sulle manie verbali della madri, sui quei modi di dire e di esprimersi che facciamo nostri anche se fino al giorno prima di partorire abbiamo criticato. Esempi random citando l'autrice poi, se volete, andate a leggere perché ne vale la pena (qui il link). Inizia una frase con “mi”, mi mangia, mi fa la cacca brutta. Dai, dite che non è vero...; parla del figlio in prima persona plurale “A noi piace tanto il fruttolo” opporcamiseria, l'ho fatto anch'io; non toccare, quella è cacca! normalmente sono le cicche di sigaretta; Si rivolge a se stessa chiamandosi “a mamma”, e io qui ho anche creato il mio personale hashtag #ammamma per quando parlo delle mie figlie; poi, qualsiasi amico diventa “zio” o “zia” del figlio. Hai visto, amore, fai ciao allo zio Paolo, indicando il panettiere. Questa è verissima. Ammetto di aver abusato anch'io, sopratutto con Nanagrande, di zii inesistenti – hai visto mai che qualcuno pensa di essere parente davvero e ci inserisce nell'asse ereditario – ma i bambini sono più intelligenti e selettivi degli adulti, per cui le mie figlie chiamano “zio” e “zia” solo quelli che effettivamente si possono fregiare del titolo e poi ci sono Lalla e Roby, i quali fanno parte di quella ristretta cerchia di amici talmente importanti, da essere considerati come membri della famiglia.
Zia Lalla e zio Roby hanno festeggiato ieri il loro tredicesimo anniversario di matrimonio e quella data è stata importante anche per me. Io e il Maritino eravamo solo amici in quel periodo – ancora per poco – ma quel giorno ho capito che c'era qualcosa di più tra di noi. E qui ci starebbe benissimo una colonna sonora di Olmo. Momento clou del ricevimento, taglio della torta, calici in alto e il Maritino-ancora-per-poco-solo-amico che con sguardo altamente alcolico mi dice “Pensa quando ci sposeremo noi due...”. Bom, la sera ho scritto centottanta pagine di diario segreto. Frase volutamente a doppia interpretazione, ma io ci ho creduto e ho fatto bene. Per cui l'anniversario di zio Roby e zia Lalla è anche la ricorrenza della mia prima dichiarazione di matrimonio, anche se forse dettata più dall'alcool. Ma si sa, in vino veritas.
Allora una ricetta che spesso si trova nei menù nuziali in questo periodo dell'anno, un piatto che non è prettamente romantico, ma dopo che lo hai assaggiato ti si scioglie il cuore. I tajarin con i funghi porcini sono la quintessenza della bontà, semplici da preparare, un primo ricco e gudurioso con cui farete capitolare il vostro lui o la vostra lei, a patto che i porcini siano freschissimi e facciate attenzione al prezzemolo tra i denti. Sai com'è.

A casa mia...buon anniversario!

Tajarin ai funghi porcini


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