martedì 24 marzo 2015

1992

Nel 1992 l'Italia è stata sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo per l'oscar al film Mediterraneo, per Mani Pulite e gli attentati a Falcone e Borsellino, forse il primo avvenimento storico che ricordo veramente. Stasera comincia la nuova serie tv di Sky intitolata appunto 1992 ed io mi sento già catapultata in quell'anno grazie anche alla programmazione televisiva di queste settimane.
Per chi come me è nato negli anni '80, gli anni '90 sono l'inizio della vita vera, il principio di quelle amicizie intense che ancora oggi resistono, dell'entrata nel magico mondo (demmerda) dell'adolescenza. Nel 1992 avevo 12 anni e frequentavo la seconda media. Portavo sempre il cerchietto un po' bombato tra i capelli, ma ero riuscita ad abolire i colletti con gli smerletti ricamati; adoravo degli shorts di velluto color albicocca da indossare con i collant, non sopportavo vestirmi di rosso e il mio negozio di riferimento era Naj-Oleari. Nel 1992 ho fatto i buchi alle orecchie e avevo un fidanzatino con cui mi incontravo furtivamente nei bagni della scuola per scambiarci un bacio – senza lingua, per carità – solo che lui si abbeverava sempre dai lavandini sbavusciandosi tutto e mi sembrava di baciare una lumaca. Poi uno dice i traumi.
Nel 1992 ero nel clou delle feste delle medie, rigorosamente di pomeriggio, con la gonna scozzese bon ton che arrotolavo sulla vita per farla più corta, patatine, panini semidolci, bicchieri con scritto il nome a pennarello e “Hanno ucciso l'uomo ragno” come colonna sonora.
Era l'anno delle sigle scritte sui bigliettini a scuola: dell'intramontabile TVTB, ma anche di SLMMA, sei la mia migliore amica, e di un pericolosissimo e mal riuscito SUGA, che a dispetto della prima maliziosa impressione, voleva dire sei un grande amico. Piccole copy crescono.
Nel 1992 sognavo un amore travolgente come Kevin Costner e Whitney Houston in “Guardia del corpo”, ballavo in cameretta con “Rhythm is a dancer” degli Snap imitando le ragazzine di Non è la Rai. E a dirla tutta era anche l'anno del Pipppero di Elio e le Storie Tese e l'inizio del mio amore per loro.
Beverly Hills 90210 era la serie del momento, ma oggi fa tutto un altro effetto: una lentezza sfiancante, inquadrature finte, dialoghi imbarazzanti, capelli fonatissimi, jeans a vita alta che manco Fantozzi, stampe floreali da far venire mal di testa ad Enzo Miccio. Ma all'epoca – sì, ho scritto all'epoca, vaccaboia - tutte le femmine volevano essere Brenda o Kelly, tutti i maschi volevano essere Dylan o Brandon, tutti i maschi volevano farsi Brenda o Kelly, tutte le femmine volevano farsi Dylan o Brandon: per distinguermi, a me piaceva Steve e avevo un ciuffo come Brandon. Poi uno dice i traumi, #2.
In Beverly Hills i problemi adolescenziali venivano risolti sempre allo stesso modo: con barattoli mastodontici di gelato. Il gelato è l'antidepressivo delle serie americane ed è anche il mio dolce preferito in assoluto.
Il gelato alla crema è il gusto per eccellenza, da mangiare da solo o da abbinare a torte al cioccolato o a tarte tatin tiepide: farlo in casa è semplicissimo e il sapore mondiale, basta avere una piccola gelatiera, anche datata 1992.

A casa mia...flashback!







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