mercoledì 2 marzo 2016

Marie Kondo santa subito

Senza troppi giri di parole e introduzioni al tema come la migliore prof di italiano insegnava, oggi faccio il mea culpa battendomi il petto e cospargendomi il capo di cenere:  sono disordinata. Non disordinatissima, un po’ disordinata, abbastanza, dai. Ok, parecchio disordinata. Ma odio il disordine e questa mia contraddizione interna è spesso causa di veri scleri e  mal umore perché quando vedo troppo casino intorno a me, non vivo bene e mi si chiude la vena, dando la colpa a chiunque passi sotto tiro perché “devo fare sempre tutto io!”. “Raccogli quello, raccogli quell’altro, ma perché le mutande sono per terra? E che ci fanno le calze dentro la scatola del puzzle delle Winx? Bastaaaaaa, ora butto tutto!”. Una donna sull’orlo di un TSO.
Ma da qualche mese è entrata nella  nostra casa una persona speciale dagli occhi a mandorla che mi sta aiutando a risolvere questo problema una volta per tutte: Marie Kondo,  una giovane giapponese che ha scritto un libro di successo mondiale intitolato “Il magico potere del riordino”, facendo impazzire anche tantissimi italiani che hanno postato sui social le foto dei loro armadi e dei loro cassetti, compresi quelli delle mutande, rimessi a posto con il suo metodo infallibile. In Giappone l’arte del riordino è una vera e propria forma di cultura, con riviste e libri specializzati sull’argomento. Oh, sono orientali loro, mica come noi che abbiamo solo rotocalchi con le chiappe di Belén.
 La Kondo ha fatto dell’ordine il suo mantra ed anche una professione, perché oltre a scrivere libri-manuali di successo, viaggia per il Giappone e per il mondo ad insegnare alle persone come mettere a posto la propria casa o il proprio ufficio e, di conseguenza, la propria vita perché “gli effetti di questo magico potere del riordino sono immensi. Dopo aver riordinato una volta, non solo non ci si ritroverà mai più al punto di partenza, ma si potrà dare il via in tutta naturalezza a una nuova vita”.
Ok, diciamolo una volta per tutte: la Marie nostra avrebbe bisogno di una visitina dallo psicologo perché una che ha come massimo divertimento e scopo nella vita il riordinare, beh, proprio benissimo non sta. Il suo libro – gentile regalo del Maritino – è rimasto parcheggiato sul comodino per mesi, ricoperto da altri libri, riviste accumulate (che poi non ho letto), pacchetti di fazzoletti, elastici e forcine, disegni astratti di Nanapiccola, in un simpatica torre dall’equilibrio precario. Poi mi sono decisa a far entrare un po’ di Giappone nella mia casa: il metodo è pazzesco e sta trasformando la casa di una pigra disordinata cronica in un tempio zen. No, tranquilli, le fontanelle a forma di ziqqurat con i sassi non compariranno nel mio salotto, però Marie Kondo santa subito. E se sta funzionando con me, buona camicia a tutti.
Continuiamo ad onorare il Giappone con una ricetta semplicissima e molto veloce, per la quale occorrono pochissimi utensili, per cui manco si mette in disordine la cucina e la Kondo può tirare un sospiro di sollievo: i dorayaki. Sono un tipico dolce giapponese, di cui è golosissimo Doraemon, il gattone del cartone animato, composto da due pancake formati dalla kasutera, un impasto simile al pan di Spagna, e riempiti con una crema dolce di fagioli azuki. La ricetta che provato non è quella originale, ma è velocissima (5 minuti) e ottima, e la crema di fagioli è stata sostituita con la Nutella, ecchevelodicoaffà. Ma potete farcire i vostri dorayaki con marmellata, crema di castagne, miele o quello che più vi piace perché sia un II NICHI WO, un vero buongiorno giapponese.

A casa mia…ordinata!

Dorayaki